Non il day after, ma due giorni dopo. Sono 48 ore che è finito il festival, quindi, a mente fredda, possiamo fare una retrospettiva delle cose più interessanti, secondo me, che si sono viste. La prima cosa che metto potrebbe essere questa di Antonio Maggio Mi Servirebbe Sapere
Antonio Maggio – Mi Servirebbe Sapere
Bravo Daniele Silvestri con questo brano che descrive la disperazione di questo attualissimo momento sociale. Anche in questa situazione si può trovare la poesia e penso Daniele abbia trovato le corde giuste per infondere emozioni con il suo pezzo
Daniele Silvestri – A Bocca Chiusa
E’ un altro pianeta, questo di Raphael Gualazzi. Un pianeta di sentimenti, sensibilità, musica. Scrive canzoni, le suona, le interpreta, le vive con il cuore in mano ed un pianoforte tra le dita, ascoltiamo allora anche lui
Raphael Gualazzi – Sai
Malika Ayane, una cantante che a me piace tantissimo. Bella, affascinante, brava, io non mi stancherei mai di guardarla. Sono molto contento di inserire questo suo video, peraltro fatto molto bene. Lei va in giro per il mondo, facciamoci allora anche noi un viaggietto virtuale insieme a lei
Malika Ayane – E se poi
Perchè la mia generazione, disperde tutto a terra… E la guerra più grande che ha perso, è quella con se stessa. Domani mi riprenderò……….Queste le parole, significative e poetiche, cantate dal Cile durante il suo incantesimo
Il Cile – Il mio Incantesimo
Cosa potrà rimanere di questa edizione di Sanremo? Per rispondere a questa domanda, forse è necessario fare un passo indietro, per capire le canzoni che si possono ricordare di un altro festival, giusto per fare cifra tonda, di vent’anni fa. A Sanremo 1993 il premio della critica, andava a Cristiano De Andre’ con questa Dietro la Porta, giustamente, visto che era la canzone più bella
Cristiano De Andre’ – Dietro la Porta
Carina, ascoltabile, ma sostanzialmente niente di trascendentale. La inserisco anche perché si tratta dei Matia Bazar che in questa formazione sono con alcuni componenti della formazione originale, quella che aveva iniziato negli anni ’70. Il brano era Dedicato a Te
Matia Bazar – Dedicato a Te
Equipe ’84, i Camaleonti, Dik Dik. Operazione nostalgia, per questo pezzo proposto da tre dei complessi che abbiamo amato di più. Queste cose, un po’ malinconiche, rischiano di essere banali. Questa Come Passa il Tempo mi sembra non lo sia
Maurizio Vandelli i Camaleonti Dik Dik – Come Passa il Tempo
Un uomo solo, aspetto dimesso, un po’ disperato. Sembra messo male, invece in quegli anni andava a Sanremo, e riusciva spesso e volentieri a ben figurare. Si tratta di Andrea Mingardi, con Sogno
Andrea Mingardi – Sogno
Un tema difficile, forse scomodo già a quel tempo. L’Italia affrontava già a quell’epoca un vistoso calo delle nascite e della natalità. Arriva allora Nek ad affrontare questi argomenti con in Te(il figlio che non vuoi), un brano molto particolare
Nek – in Te(il figlio che non vuoi)
A Sanremo, quest’anno, c’erano due gay, uomini, che mostrando dei cartelloni, parlavano a scena muta dichiarando il loro amore e la loro intenzione di sposarsi. E vent’anni fa? Vent’anni fa questi amori diversi venivano proprio cantati, in musica. In scena però, questa volta, ci sono due donne Grazia Di Michele, Rossana Casale – Amori Diversi
Francesca Alotta. Un’autrice molto brava, che poi, mi sembra, non si è più sentita. Eppure questa, era proprio una bella canzone, non ultima in ordine di importanza. Merita allora di essere ricordata.
Francesca Alotta – Un Anno di Noi