Sometimes

Cortney Tidwell, nasce a Nashville nel 1972, da una famiglia di musicisti. Inizia relativamente tardi la sua vita artistica, nel 2005. Ha superato la crisi del VII anno, eccola qui con il suo brano più famoso Solid State  Cortney Tidwell – Solid State

Si può pensare a delle atmosfere misteriose, imperscrutabili, ascoltando questa canzone. Sembrava interamente strumentale, così avvolgente nell’arrangiamento, invece poi arriva la vocalist, a completare il tutto. Protagonisti sono sempre loro i Massive Attack ed il titolo di questo brano è

What Your Soul Sings –   Massive Attack  

Una poesia pagana, pagan poetry. Può andare bene, visto che non c’è più religione, ammesso di non considerare anche il paganesimo una forma di culto. Forse lo è, e comunque la si voglia pensare, abbiamo questo brano, dell’ islandese Bjork – pagan poetry

Noisettes, intraducibile in inglese, quindi probabilmente solo un nome proprio. Diverso se si passa al francese, dove troviamo le familiari nocciole. Anche Noisettes era comunque un nome non nuovo, sarà per il cioccolato; da ora in poi, forse, anche per la musica, visto che questa autrice si chiama così, e la sua canzone, Sometimes è proprio bellina

Noisettes – Sometimes


 

 

Un po’ di brio, di ritmo, le percussioni scandiscono il tempo musicale. Il nome, anche questo nome, o meglio, anche questo titolo, è un po’ francofono. Il brano infatti è L.E.S. Artistes, e a cantarlo sono

 Lilly Wood and the Prick – L.E.S. Artistes

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/03/Turismo_en_Pampatar_2.jpg/761px-Turismo_en_Pampatar_2.jpgUser:Wilfredor

Un artista che è sempre piacevole ospitare, ci siamo già occupati di lui, quindi diciamo qualcosa di biografico. Ha passato alcuni anni in Venezuela, è nato nel 1981 ed è componente del gruppo dei Vetiver. Si tratta di Devendra Banhart, protagonista anche da solo di belle canzoni, come questa A Sight to Behold

Devendra Banhart – A Sight to Behold

 

 

ILe buone chitarre possono essere come il vino, d’annata. Parlare così è giusto quando entra in scena uno dei nostri beniamini Nick Drake. Due minuti e mezzo in versione naturalista con la sua Black Mountain Blues

Nick Drake – Black Mountain Blues

Beirut, loro me li ricordo, non fosse altro che per questo nome. Eppure, anche la loro musica, è particolare. Loro, più che una band, o un gruppo, sembrano una piccola orchestra. Lo dimostrano anche in questa occasione con Guyamas Sonora – Beirut

 

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