From The Beginning

Aperto la porta, acceso le luci, attaccato il telefonino e il computer, aperto le finestre, sistemato la sedia personale davanti alla mia postazione. Tutto è pronto anche oggi per iniziare un nuovo viaggio. E’ infatti l’inizio della settimana e nonostante sia lunedì, non mi sembra che le cose vadano male. Stamattina l’aria è piacevolmente fresca, e finalmente si respira

From The Beginning

Ieri sera un’ottima pizza, leggera e gustosa, molto croccante e fatta con lievito madre. Poi sempre in compagnia, uno splendido gelato con gli amici e in famiglia. Cosa si può desiderare più dalla vita? In effetti sembra tutto molto bello e idilliaco, se naturalmente non guardiamo le notizie che sono successe nel mondo.

La domenica l’ho passata come al solito bene, in maniera rilassante e senza impegni o cose particolari. Ho un po’ dormito e un po’ sistemato qualche cosa a casa. Ho anche scritto in maniera automatica con un programma di riconoscimento vocale. Non mi sembrava neanche di lavorare, in quel momento. Ho risparmiato un sacco di tempo.

Non che mi dispiaccia scrivere, tutt’altro. La questione è che un conto è riempire una pagina come sto facendo adesso, un altro conto è impegnare le righe e il foglio virtuale con cose tecniche e scientifiche. Pigiare i tasti della tastiera può diventare una cosa noiosissima se non c’è un briciolo di empatia tra la testa e quello che si sta scrivendo.

Quel microfono che tenevo sulla mia scrivania, mi sembrava un qualcosa di inutile destinato ad essere lasciato lì senza una funzione o uno scopo. Ieri invece è stato davvero utile. Nel frattempo, mentre scrivo queste cose, ho fatto la prima cosa utile della giornata.

Ho ricevuto un pacco, relativo ad un ordine effettuato su internet. Prodotti acquistati che mi interessavano molto, e che adesso posso consumare. Sono contento, mi sembra che tutto vada bene.

Non parliamo troppo presto, da qui a stasera ci saranno o arriveranno dei problemi, sennò, non sarebbe lavoro. A ben vedere, c’è che non ho ancora aperto la posta elettronica. Forse il lavoro inizia leggendo le mail, cosa che io erroneamente non ho ancora fatto

Ma chi se ne importa, chi vuoi che mi scriva? Eppoi un quarto d’ora dopo, che differenza vuoi che ci sia? Giuste osservazioni, anche perché venerdì ho chiuso in maniera regolare la mia giornata e la mia settimana di lavoro, quindi non vedo che cosa ci possa essere di problematico

E’ tutto sotto controllo, è tutto a posto, manca solo la musica e i brani che adesso mi appresterò a scegliere

Bella Dentro

Qualche passo sotto il sole rovente. Devo uscire fuori per andarmi a prendere un caffè. Mi bastano 2 minuti per rendermi conto della calura di questa giornata di fine luglio. Probabilmente, se tutti vanno in vacanza in questo periodo, ci sarà un perché. Tra pochi giorni ci andrò anch’io, il lavoro, a poco a poco, si sta esaurendo. Ce n’è sempre di meno, in questi giorni, anche se non mancano i colpi di coda.

Sarà interessante vedere come mi sentirò, quando non avrò più da pensare alla normale attività dei giorni lavorativi dell’anno. Mi impegnerò a cercare qualche cosa da fare, per non rimanere con il cervello vuoto. Ho già provato ad impegnarmi per fare qualche cosa di mio, e vi faccio vedere il risultato dei miei sforzi di qualche giorno fa.

Verso occidente,  ma anche verso oriente, visto che tra qualche giorno andrò a passare un fine settimana in Croazia, dove potrò vedere degli amici e fare un paio di giorni di mare. Sarà quindi una toccata e fuga, ma mi darà l’occasione di scoprire dei posti e della gente nuova. L’importante sarà andarci con lo spirito giusto, senza farsi mancare nulla, visto che non ho la compagnia, che è la cosa più importante. Partirò da solo, infatti, ma le persone le troverò lì.

Non avrò neanche la preoccupazione di guidare. Andrò con l’autobus, poi prenderò qualche mezzo pubblico, tipo autobus e taxi, per raggiungere le varie destinazioni. Devo dire che pur non essendo stato molte volte, sono affascinato da quella che un tempo era la ex-Jugoslavia, e oggi ha nomi diversi a seconda delle zone e delle località.

Come dicevo, dove andrò io si chiama Croazia,  più a nord Istria o Slovenia, un po’ più ad ovest…..Territorio Libero di Trieste. Scherzo naturalmente, è una sparata così. Eppure, mica poi tanto. Esiste ed è esistito veramente. Andiamo a vedere cosa ci dicono varie fonti in rete. Il Territorio Libero di Trieste, era previsto dal Trattato di Pace firmato dall’Italia  il 10 febbraio 1947 a Parigi e di fatto sanciva la fine dell’occupazione jugoslava della città.

Naturalmente la storia è  più lunga, ma io l’ho accorciata molto. Parla non solo di Trieste ma anche delle zone limitrofe. E’ una storia di diplomazia,  trattative e negoziati. Quello che in pratica è successo nell’immediato dopoguerra quando si trattava di dare uno sbocco alle vicissitudini militari svoltesi qualche anno prima durante la Seconda Guerra Mondiale.

Va bene che a distanza di settant’anni la situazione attuale del mondo purtroppo ricorda quei tragici eventi. Ma lasciamo perdere e cerchiamo di rilassarci. Probabilmente vedrò solo le luci di Trieste, o forse non le vedrò neanche. Sarò tranquillo, sul bus, a dormire. Ho già fatto tanto lavoro e tante cose, che è giusto riposarsi e non pensare a niente.

Adesso ho pure avuto un lampo di genio. Ho acceso il ventilatore e sto iniziando a stare bene. Ma come diavolo non mi è venuto in mente prima! Ho sofferto il caldo fino a d adesso, che sono le sei e mezza passate!  Ma non importa e andiamo avanti.  Parlerò anche di quello che farò tra qualche ora, non solo tra qualche giorno.

Eviterò di andare a casa subito, questa sera. E’ così triste sedersi intorno ad un tavolo vuoto, riempito con dei rimasugli e degli avanzi. Andrò a mangiarmi una pizza in un locale, climatizzato. E’ vero, non ce ne sono tanti, così. Ma io, io l’ho trovato. Sono stato bravo oppure, solo fortunato. Scherzo naturalmente. Ormai l’aria condizionata ce l’hanno tutti

Io però sono e rimango un  assertore, un seguace del ventilatore. Ventilatore come lo intendo io non è sul soffitto, con le pale. E’ il ventilatore classico, a piantana. Muove l’aria e climatizza in maniera più sana rispetto all’aria condizionata. Io quando vado a letto, lo tengo tutta la notte acceso. Mi fa dormire bene. E mi fa sentire, un po’ come se fossi a Trieste, dove il vento soffia e fischia molto forte e c’è la famosa bora

Crazy

Segreteria telefonica estero, lasciato messaggio vocale. Ricevo contenuto multimediale. Belle queste frasi tecnologiche, la questione è che……. Manca la cosa più importante: l’ascolto del messaggio. Non sono riuscito a recuperarlo, salvarlo, trovarlo. La segreteria, quella…. Peggio che andar di notte, il numero non è abilitato a chiamare. Quando la tecnologia complica la vita, e rende difficili le cose semplici. Nei telefoni tradizionali, fissi, di casa, basta pigiare un tasto. Qui è tutta un’altra storia. I cellulari semplificano la vita ma anche la complicano. Con tutto quello che ci sta intorno. La batteria, la ricarica, numero irraggiungibile, telefono perso in qualche parte della casa, e via discorrendo Scrivo queste poche righe e aspetto il momento di andare a casa. Orientativamente, questo potrà avvenire tra le 7 e le 7 e mezza, sempre che non intervengono complicazioni. Tutto sommato, la giornata non è andata male. La gente e l’affluenza delle persone, nella media. La mattina, scarsa, un po’ di ripresa, nel pomeriggio. Pomeriggio che poi è diventato caldissimo e afoso.

Nonostante fossi seduto, mi è sopraggiunta una debolezza che non riuscivo a stare, non in piedi, ma neanche seduto. Per fortuna, non erano molte le persone a cui dare retta, e a poco a poco, ho trovato la maniera di fare più o meno tutte le mansioni. Adesso, non resta che fare le ultime cose, chiudere la baracca e inforcare la bici, lì che mi aspetta nei pressi del cortiletto antistante il mio ufficio, dove c’è anche una comoda rastrelliera per posteggiare i veicoli a due ruote. A proposito di quello che scrivevo all’inizio: mi sto ancora chiedendo chi mi cercava stamattina. Se è interessato, mi cercherà. Mi ha chiamato proprio nel momento sbagliato. Avevo lasciato il telefono sulla scrivania e ero andato a prendere una boccata d’aria fuori. Stamattina infatti non si stava male. C’era una bella brezza, ed era piacevole anche andare in bicicletta. Eccomi a casa. Penso di essere arrivato ma purtroppo lo smaltimento dei rifiuti settimanale mi obbliga ad un noiosissimo su e giù tra il mio appartamento e la strada sottostante dove vengono accatastati i rifiuti condominiali.

C’è da avere tanta pazienza ma non disperiamo. La cena è più o meno pronta e non dovrò fare fatica a cucinare. Ci sono i resti di ieri sera, pure loro da smaltire. Pasta e fagioli ed un filetto di tonno. Il solito pane secco che metterò a scaldare nel fornetto e un arancio che sceglierò tra quelli ancora nella retina di provenienza Sudafrica acquistati un paio di giorni fa al supermercato. Pensi che gli aerei facciano viaggiare le persone, invece ti siedi a tavola e ti rendi conto che gli aerei fanno anche mangiare le persone. Il km 0? Che cos’è? Non lo conosco, ah sì ne ho sentito parlare, penso sia quello delle macchine. Sono troppo stanco e penso che stasera non accenderò il computer, né altri dispositivi elettronici. Ho da pensare ad altro e sento sta arrivando un bruttissimo temporale. Alzo le tende e chiudo i serramenti delle porte finestre. Penso così di scongiurare pericoli di infiltrazioni o microallagamenti. Adesso sono veramente barricato a casa, e per stare un po’ più fresco e sentire qualche rumore di sottofondo, accendo l’aria condizionata. Che bello il refrigerio artificiale delle serate estive. Mettici poi anche una telefonata della famiglia in vacanza, ed è tutto a posto.

Anzi no! Ha iniziato a piovere violentemente, con lampi, tuoni e fulmini. Improvvisamente, va via la corrente. Eccomi al buio. E’ già tardi e sento i vicini che parlano animatamente. L’energia elettrica è andata via in tutto il nostro stabile, forse anche in tutta la nostra zona perché guardo fuori e le luci accese sono davvero poche. Cos’è che avevo detto? Che non accendevo dispositivi elettronici? Ebbene, adesso ho il mio cellulare per fortuna a portata di mano. E’ la mia unica sorgente sonora e il mio unico collegamento con il mondo. Ho già massaggiato alla famiglia su questa situazione di buio che si è venuta a creare. Mi dicono come da prassi di stare attento, cosa che sicuramente farò, anche perché sono stanco, non vedo niente, e non mi rimane che andare a letto

Black Dog

Catie Curtis e la sua Run, un titolo ermetico. L’album è My Shirt Looks Good On You, la mia shirt ti sta bene. Un lavoro del 2001 per questa cantante americana classe 1965. Bella questa sua canzone Catie Curtis – Run   Catie Curtis su festivalmusicale.it

Non combatterla, Don’t Fight It. Ancora uno stile di vita, condensato in questo titolo, che insegna a superare, bypassare, come si dice oggi, non combattere. Ascoltiamo allora i The Panics con questo disco, del 2007 The Panics – Don’t Fight It

Più semplice, facile. Se poi di mezzo c’è una ragazza, il risultato è un’ Easy Girl. Meglio di così! Ci mettiamo anche una bella musica, con loro, i cagnoleschi, Husky – Easy Girl

Una strascicante Sarah Jarosz ci fa ascoltare The Tourist. Anche il titolo dell’album Follow Me Down, è significativo. Letteralmente, seguimi giù, e bisognerebbe interpretare o indagare su cosa abbia voluto dire esattamente. Per il momento ci accontentiamo di ascoltarla Sarah Jarosz – The Tourist

Il nostro mondo adesso. Canzone di vent’anni fa dei Coffin Break. Nella copertina del disco una coppia con abiti nuziali vistosamente sporcati da macchie rosse, non si sa se di vernice o di sangue. Loro però sono felici, e si osservano in un quadro dove sono sorridenti, puliti, vestiti alla stessa maniera Coffin Break – Our World Now

 All the Kids, tutti i ragazzi. I ragazzi, hanno passioni, speranze, progetti, sognano. Anche questo genere di musica lo definirei un po’ dream, solare, ed è un’altra interpretazione molto bella dei Deep Sea Arcade
Deep Sea Arcade – All the Kids
Un cane nero, black dog. Una veste insolita, ed un colore insolito, per il migliore amico dell’uomo. A proporcelo così Tim Easton, con il prossimo pezzo, tratto da un disco dei suoi più grandi successi, 1998 – 2011   Tim Easton – Black Dog
Alcoholic…. giusto per scaldarsi in questi giorni, i più freddi dell’anno. Chiamateli della merla, invernali, come volete, ma accompagnateli con un po’ di musica e ritmo, come questo di Starsailor  Starsailor – Alcoholic

Dan Auerbach, e non può che essere la prima volta. Un nome così, me lo sarei sicuramente ricordato. E’ il momento di scoprire allora anche questo autore. Lo facciamo con Heartbroken, In Disrepair, un brano del 2009 Dan Auerbach – Heartbroken, In Disrepair

Terraferma

L’estate è ancora lontana, si vede non solo dal calendario, ma anche dal tempo metereologico, fuori. ma è presto per pensare al mare. Dobbiamo tornare sulla terraferma. Si programmano intanto le vacanze, si pensa all’estate che dovrà arrivare, ricordando quella passata, l’anno scorso. Fanno così anche i Motels con il titolo di questo bel
Suddendly Last Summer Motels

L’album è reach the beach, sembra quasi in associazione con il brano precedente. Ad inciderlo, i Fixx una band new-wave inglese in attività dal lontano 1979. Il brano, è sotto il segno del fuoco, Sign of Firedel 1983  The Fixx – The Sign of Fire

Suoni e musica elettronica, nonostante ci sia in copertina una ragazza con il grembiule ed una torta in bella mostra. La tradizione ed il moderno, per i Blancmange che ci cantano Don’t Tell Me, non raccontarmi Blancmange – Don’t Tell Me

Naked Eyes, occhi nudi. Avranno qualcosa da raccontare, saranno uno specchio dell’anima oppure ci canteranno la prossima canzone, sempre proveniente dagli anni ’80. Un retrò piacevole, anche ascoltando 
Promises, Promises– Naked Eyes 

Sempre di occhi, si tratta. Ma questi sono wide, ovvero grandi occhi, come mi suggerisce questo titolo dei Local Natives, Wide Eyes. Un pezzo interessante, dall’album Gorilla Manor, disco di esordio di questa band di Los Angeles
Local Natives Wide Eyes

Blood Bank, canzone di Bon Iver. Traducendo, banca del sangue. In copertina una sagoma non meglio identificata, potrebbe essere la carrozzeria di un auto, sepolta dalla neve, c’è forse stata una valanga. Per noi adesso questa canzone
Bon Iver – Blood Bank

Cough Syrup titolo stranissimo di questa canzone degli Young The Giant. Tradotto significa sciroppo della tosse, si potrebbe pensare allora a qualcosa di sgradevole, invece la musica è bella, la voce del vocalist pure; fluente, non affetta da mali di stagione 
Young The Giant – Cough Syrup 

Una donna, si chiama Sarah McLachlan, è canadese. Ci fa ascoltare Loving You Is Easy, amare te è facile. Sognante su uno spicchio di luna, si presenta così nella copertina dell’album Laws Of Illusion. Anche la canzone è molto poetica, dice tra l’altro: amarti è meraviglioso, l’ho gridato dai tetti, quanto tempo dovrò aspettare per vedere il tuo sorriso?  Sarah McLachlan – Loving You Is Easy 

Rimaniamo nel mondo anglosassone, come rivela questo nome. Si chiamaTara MacLean ed è canadese pure lei. La sua canzone Dry Land, terraferma, fa parte di un album del 2000 che si intitola Passenger, nome non nuovo, simile a quello di una band degli anni ’70, che però si chiamava The Passengers, con la esse finale   Tara MacLean – Dry Land