Ragged Wood

Oggi 8 dicembre. Io sono stato Don Ambrogio, in certe rappresentazioni che ho fatto, ma oggi non è certamente la mia festa. E’ la festa di Pamela, arriva finalmente il suo fidanzato dall’America. Una volta c’era lo zio d’America, oggi c’è il figlio o il nipote d’America. O forse il genero. Chissà perché poi doveva essere proprio lo zio che andava in America, oggi peraltro ci sono più i giovani che ci vanno, e questo mi sembra giusto e per molti aspetti necessario. Si dice che qui non ci sia un futuro, e forse è vero. Noi e quelli della nostra generazione hanno più che altro un passato, il futuro, quello che devono avere i giovani è un’altra cosa. Parliamo ad ogni modo di oggi. Io ho stampato degli avvisi, poi dovrò uscire per andare ad appenderli in bacheca. La questione è che qui si stanno attardando a fare le pulizie, e stanno rimandando anche la mia uscita. Non è che ci sia tanto tempo.

L’aereo arriverà da Londra alle 20, e per essere all’aereoporto quell’ora si dovrà partire verso le 19.15. Non voglio fare corse in strada e viaggiare con il patema d’animo. Io nel frattempo, visto che Maddy è andata via ieri mattina, con il rischio di essere ossessivo sto continuando a consultare whatsapp. Le avevo chiesto notizie di come stava andando con la nuova sistemazione, ma non mi ha ancora risposto. Strano, lei che consulta tutto il giorno il telefono. Possibile che non abbia trovato un paio di minuti per scrivere uno straccio di risposta? Mi viene da pensare che non gliene frega niente, di me e di noi. D’altra parte anche ieri mattina, quando è partita, non ha tradito nessuna emozione. Io e Manu invece eravamo molto tristi e abbiamo pianto. Siamo o siamo stati tristi, proprio per questo mi va di ascoltare questo brano che mi solleva un po’, Ragged Wood – Fleet Foxes

M. Ward – Chinese Translation è un altro brano che mi va di condividere. Proprio bello. Io ho bevuto un litro di acqua e anche se è passata la mezzanotte, devo aspettare ad andare a letto. Ho peraltro mangiato molto tardi. Quell’aereo era in ritardo, e mi c’è voluto un po’ di tempo per ritornare a casa. Lionel comunque è arrivato bene, e anche Pamela è contenta. Lui è proprio alto, misura quasi 2 metri. E’ anche molto educato. Ha mangiato un sacco, speriamo che riesca a dormire. Pamela invece, penso che dorma, non foss’altro che per studiare e ripassare la lezione di filosofia, quella in cui potrà essere interrogata. Cat Power – Sea of Love

You & I

Giornata abbastanza silenziosa oggi, quanto meno dal punto di vista musicale. Si fanno grandi discorsi e ragionamenti, li faccio io più che altro, anche se purtroppo il destino delle cose è segnato. Mady, a causa principalmente delle incomprensioni e degli equivoci sorti intorno alla storia del rossetto, andrà via. Adesso la vedo piegare i suoi vestiti, e mettere a posto la sua camera. Ha una tuta dell’Adidas e la valigia davanti stesa sul letto. La tecnologia non manca neanche in questo momento, ha lo smartphone in tasca e le cuffiette, o meglio gli auricolari nelle orecchie. Che vi devo dire? Sono molto deluso e anche se sto cercando un’impossibile marcia indietro, un rewind, penso che però purtroppo ormai non ci sia più nulla da fare.

Stamattina io pensando a questa partenza, mi sono anche messo a piangere. Ieri invece, parlando con lei avevo il nodo alla gola. Sono le cose della vita. Siamo sereni e potremo rivederci, ci siamo detti, è solo la convivenza che non ha funzionato. Potremo rivederci e forse ci rivedremo, ma io in tutta onestà, penso che siano le cose che si dicono sempre in queste circostanze, ma che poi non si fanno mai.

Adesso sta calando la sera. Fa abbastanza freddo. Mi si erano gelati i piedi e ho dovuto fare un pediluvio per scaldarli. Adesso andrò a mettere a posto la cucina e a bere un succo d’arancia. Come se questo potesse servire a risolvere qualcosa, ma non serve a niente. La vita va avanti, come la musica, non particolarmente interessante che sto ascoltando in questo momento. Ecco invece un qualcosa che sta stimolando la mia fantasia e il mio ascolto. Si tratta dei Villagers – Everything I ami is yours

Oggi pomeriggio che ho visto Mady con le cuffie attaccate alle orecchie, che non le toglieva neanche quando le parlavo, sono arrivato alla conclusione che forse è un bene che se ne va. Non ha dimostrato molto interesse verso noi e la nostra vita familiare. Si direbbe che sia stata con noi come si sta in un albergo, trascorrendo gran parte del suo tempo da sola nella sua camera. Dormendo oppure guardando il telefonino. Si direbbe, completamente improduttiva, come hanno avuto occasione di dire anche a scuola. Noi e lei, io e noi, io e voi oppure semplicemente, You & I – Local Natives

Viola

Oggi sembra un giorno migliore. A parte il fatto che si avvicina il fine settimana, e già questo è interessante. A parte questo, ci sono anche delle novità. Certi problemi che ci trascinavamo da diverso tempo, sembrano se non risolversi, quantomeno andare meglio. Noi avevamo qui a casa una studentessa straniera che non si era ambientata tanto. Una ragazza deliziosa ma in sostanza la convivenza con noi non aveva funzionato tanto. Adesso cambierà famiglia. Non c’è da gioire particolarmente. Tutte le cose che finiscono sono un po’ tristi, quindi anche questa lo è. Si tratta della vita, delle cose della vita, ma cosa volete fare? Succede così.. e forse è meglio per tutti. Ad ogni modo, bisogna pensare in positivo. Ci sono state tante discussioni, se non proprio liti. Molte cose non le capivamo, forse non ci capivamo più neanche tra noi. Adesso qualcosa finisce, ma siamo pronti per un nuovo inizio. Che poi è da finire se una cosa finisce per davvero. Può darsi che si trasformi, solo. Infatti con Mady, così si chiama la nostra studentessa, continueremo a vederci, solo che non starà più da noi. Continuerà però a frequentare la scuola del quartiere, quindi avremo ancora la possibilità di vederla. Even the darkness has arms – the barr brothers

Sto andando abbastanza veloce, talmente veloce che è scivolata via anche la prima canzone che ho condiviso, quella dei Barr Brothers. Tra poco dovrei uscire, non ho tanta voglia perché fa abbastanza freddo. Sto intanto ascoltando questo brano che mi sembra interessante, è di Laura Veirs – Sun Song

L’associazione che ci ha mandato Mady, la studentessa straniera che è stata con noi per 3 mesi, verrà dopodomani. Ci aiuterà a fare questo trasloco, che sarà una specie di passaggio di consegne. Bene, benissimo. Per tutto questo tempo in effetti c’erano stati dei problemi e poi c’eravamo sentiti anche un po’ lasciati soli. L’inserimento a scuola, i documenti, i libri, la burocrazia, i corsi di lingua, abbiamo dovuto gestire tutte queste cose, ed è stato se non difficile o complicato, un po’ impegnativo. Anche noi abbiamo il nostro lavoro, i nostri impegni e le nostre responsabilità. Mi interrompo un attimo, giusto per presentare Tuli – Jesca Hoop

Tra una verifica, un’interrogazione e un paio di ripetizioni, sono arrivate quasi le 18 e 30. Siamo all’inizio della serata, e forse oggi, stasera, ritroviamo un po’ di armonia. Io tra poco uscirò a comprare il latte, il detersivo della lavatrice, poi porterò a lavare la macchina e 2 tappetini. Forza e coraggio, allora. Mollo tutto e stacco, non prima però di avervi proposto l’ultimo brano, quello che non ho fatto in tempo ad ascoltare stamattina, di Adriano Celentano – Viola

Parcheggio Dopo

Ho ancora qui davanti I fogli ciclostilati della lezione di ieri. Era sabato, ed era anche una bella giornata. Si poteva fare qualcosa. Ho camminato, ho riposato e sono anche andato a trovare i miei genitori. Tutto normale, sembrava una serata tranquilla di un qualunque fine settimana, invece….Invece, verso sera, sono iniziate le tensioni e le litigate. Tutta colpa di un rossetto smarrito e poi trovato in un posto dove non doveva essere. Una di noi forse se ne era indebitamente appropriata, e quindi è stata accusata di essere una ladra, o per lo meno di non dire la verità. Una storia di donne, insomma. Che ansia, che stress, adesso c’è questo bel disco dei Radiohead che mi fa passare un po’ di negatività. No Surprises – Radiohead

Be’ è stato un successo, questo, forse degli anni ’90, non ricordo di preciso. Sono intanto le 5 e 20 del pomeriggio, e sono già calate le tenebre. Qui tutto succede e si svolge, sotto un equilibrio precario. Qualcosa può sempre sfuggire di mano ed è impossibile avere tutto sotto controllo. Come nella maggior parte delle famiglie. Pazienza, andiamo avanti.  La giornata nel frattempo si svolge un po’ lenta, tra  documenti e discorsi, non particolarmente belli o interessanti. Si parla, si ragiona, oggi rigorosamente a casa, anche visto il tempo. Sento intanto i National che incredibilmente, non propongo da diverso tempo. I Need My Girl – The National

Oggi incredibilmente e stranamente sento di non avere più niente da dire. Tra poco stacco e me ne andrò a letto. La musica giusta, quella stasera stenta ad arrivare. Sono un po’ come un pescatore, che rimane con la canna da pesca senza neanche un pesce. Ma adesso, ci provo, anche perché è arrivato Lucio Battisti, che secondo me è stato il più grande. Eccolo qui con Maledetto Gatto – Lucio Battisti

Questo brano di Lucio non è tra quelli più conosciuti e apprezzati. Io qualche giorno fa ho riascoltato Neanche un minuto di “non amore”. Davvero un brano cult degli anni ’70 che vorrei proporre anche a voi. Come potete sentire, già 40 anni fa, il problema di dove lasciare la macchina era attuale, come e ancora di più adesso. Ma anche se ho perso il posto, “parcheggio dopo”.  Adesso ascolto e ascoltiamo Lucio Battisti – Neanche un minuto di non amore

Satisfaction

Sarà che forse sono da scoprire, questi Beta Radio. Li avevo proposti da poco, adesso tornano e mi danno l’opportunità di presentare il primo brano, di loro creazione. Si intitola On the Frame, e penso sia il pezzo giusto per iniziare. Purtroppo non posso stare tanto, perché ho tante cose da fare. Vediamo cosa succede, nel corso della giornata. Beta Radio – On The Frame

Spotify è occupato da un altro membro della famiglia. Andiamo allora sulla radio normale, c’è sempre da scoprire o da riscoprire qualcosa. Per esempio Al Stewart era proprio bravo. Avrà fatto molte cose, ma viene ricordato più che altro per questo On The Border – Al Stewart

E che dire di questo I can get no satisfaction? Usato, abusato e strautilizzato quanto si vuole, ma ascoltarlo non mi dà un’impressione così negativa. E’ una serata molto nebbiosa e andare su qualcosa di conosciuto non è poi così male. Rolling Stones – I can’t get no satisfaction

Ma vedete che c’era una negazione? Io posso avere o non avere soddisfazione, soddisfacimento, se preferite. Non so esattamente quel brano che cosa volesse dire. E’ un po’ come un vecchio cimelio, arnese, ricordo o trofeo, rispolverato nella soffitta. Un pezzo che ha avuto tanto successo perché probabilmente ha fatto sentire i giovani, quelli che a quel tempo erano giovani, protagonisti. Anche a me sembrava, quando avevo 20 anni circa, che quel successo dei Rolling Stones dicesse delle cose importanti. A distanza di 20 anni circa, forse anche io, che ero giovane negli anni 80, ho avuto lo stesso tipo di infatuazione. Ma era solo un’ infatuazione, un’illusione. Oggi Satisfaction non la potrei ascoltare più di una volta. Preferisco allora andare lontano, nel tempo e nello spazio, ad una cosa più recente, molto distante negli anni. Mi allontano anche se questo pezzo di Charlie Cunningham mi dice di non farlo. Don’t Go Far – Charlie Cunningham

Le note di Charlie Cunningham sono davvero suggestive. Ma non sarà mica quello di Happy Days? Ah no, scusate, quello si chiamava Richie, tra l’altro poi è diventato un regista famoso, ovviamente non lui, ma l’attore che lo interpretava, Ron Howard. Io ho visto un paio di film, uno sui Beatles, Eight Days a Week, molto bello, l’altro su Marte, ma più che un film era una serie tv. Vi dirò che adesso, sto ascoltando un brano molto bello che mi sta colpendo. Credo che sarà anche quello con cui concluderò la playlist di oggi. Ecco a voi This is The Kit – Bashed Out

Road to Heaven

Ieri sera poi sono uscito. Quella fastidiosa tallonite non mi ha impedito di fare un giretto, ho solo cambiato le scarpe anche perché quelle abituali si erano bagnate della pioggia mattutina. Sono andato al bar, e ho visto più o meno le persone che ci sono sempre. La donna delle pulizie, il personaggio più interessante, è andata via quasi subito, anche perché era con la famiglia. Lo scapolo pensionato, che è lì sempre, che sembra viva lì, mi ha raccontato che dovrebbe essere visitato da un internista, perché ultimamente ha perso 40 chili. Poveretto. E’ veramente un uomo triste, mi sembra molto solo. Poi si è messo a parlare con il marito di quella signora che fa il turno notturno alle poste e che era lì anche lei. I gol, il calcio, la partita. Io in questi discorsi non entro neanche, mi sembrano squallidi, non so cosa dire, mi entrano da un orecchio e mi escono da quell’altro. Meglio per esempio ascoltare un brano come questo degli Old Sea Brigade – Seen a Ghost

Adriano Celentano alla televisione. Ma cosa avrà di interessante da dire? Snocciolerà le sue solite banalità. Ci sarà quell’impasto di retorica e pseudopolitica che c’è sempre, quando fa delle trasmissioni. Vedere queste cose alla tv non è molto bello. Vi dirò che comunque sa ancora cantare. Ha fatto, con un’orchestra che lo accompagnava dal vivo, Un albero di 30 piani, brano che ho sempre amato molto, e non solo io. Probabilmente sarà stato uno dei pochi momenti interessanti di Adrian, come ha intitolato il suo programma. E va bene, archivio queste cose e per rendergli un giusto tributo, condivido un suo pezzo. Magari quello che ha cantato con la Mori, e che ho ascoltato giusto oggi, alla radio. La coppia più bella del Mondo – Adriano Celentano / Claudia Mori

Forse è giusto ogni tanto essere un po’ italiani, quanto meno dal punto di vista musicale. La mia storia è fatta di tante canzoni del passato, che spesso mi piace proporre. Preferisco però esplorare dei sentieri nuovi, anche per conoscere e far conoscere qualcosa, almeno dal mio punto di vista sconosciuto. Per esempio, questo Road To Heaven – The Dead Tongues

Devo dire che è un brano che mi ha colpito, molto poetico. Anche questo, però, non è da meno. E’ dedicato alla capitale olandese, Amsterdam. Non sono poi così sicuro che sia la capitale, ma ormai l’ho chiamata così, e non ho neanche voglia di approfondire. Il brano lo conoscevo già, ma nella versione originale, non questa acustica, dei Mandolin Orange – Amsterdam

Quando c’è la buona musica, si trova sempre qualcosa di bello da dire e da raccontare. Vi dirò che oggi, con i vaccini che sono andato a prendere, sono stato utile anche alla collettività. Sono poi anche andato a comprare dei toner, cosa senz’altro più normale. Una stampante, più o meno ce l’hanno tutti. Sto ascoltando intanto questo brano davvero bello di Sarah Jarosz, e ve lo propongo Build me up from Bones – Sarah Jarosz

C’è ancora spazio per qualcosa di nuovo? Penso di sì, giusto il tempo di proporre un ultimo pezzo, prima di andare a letto. Ira Wolf – Great Divide

Dico una cosa, poi ne faccio un’altra. Succede così quando al cuore non si comanda. Avevo finito la playlist di oggi, ma con Mistery of Love di Sufjan Stevens faccio uno strappo alla regola. Troppo bella. Mistery of Love Sufjan Stevens  

Rolling On

Ma l’acqua che c’era e che ho preso, lo so solo io. Non bastava l’ombrello, veniva giù a catinelle. Sono dovuto uscire per forza, dovevo risolvere una faccenda di segreterie ed uffici, poi già che c’ero, sono passato anche dalla banca. Ah che brave persone, li vedo volentieri, sono proprio dei benefattori! Niente, comunque sono sopravvissuto lo stesso e stasera, finalmente è sera, eccomi qua Shiver – Lucy Rose

Provo a rilassarmi, nonostante le tante, troppe donne che ci sono a casa. Dovrò fare qualcosa per risolvere questo problema? No, per carità, ieri o forse l’altro ieri era la giornata contro la violenza sulle donne. Dicevo così per dire, anche se certe cose non si possono neanche pensare. Proseguo allora, o meglio proseguiamo, questa musicoterapia, alla ricerca di sempre nuovi pezzi da proporre e condividere. Chi c’è adesso? Questo che non mi sembra male, di Tall Heights – Horse to Water

Vorrei uscire, stasera, questa sera. Si ma, non so se ce la faccio. Stare qui seduto credo non mi aiuti, anche se forse mi aspetto che schiacciare le dita sopra una tastiera mi dia la giusta carica di brio. Si ma, prendere una boccata d’aria, non sarebbe meglio? Da un certo punto di vista sì, anche se credo che tutto dipenda dalla musica giusta, che probabilmente non è arrivata ancora. Si, i primi due brani erano interessanti, ma niente di che. Questo, direi che è decisamente meglio. Rolling On – Darling West

A lume di memoria, credo anche di non averlo mai proposto, almeno ultimamente. Bene, allora, procediamo e andiamo avanti. Ho postato il video dei Darling West, adesso sto sentendo un altro brano interessante. Sapete cosa vi dico? La mia serata, per il momento, può aspettare. Però, mai dire mai, potrò magari dopo cambiare idea. Peccato solo per il mio piede, se quel tallone non mi facesse male, sarebbe meglio. Niente di trascendentale, per fortuna. Posso sopravvivere anche ad una tallonite. Julie Byrne – Follow My Voice

Rivers

Io oggi non mi sono fermato un attimo, speriamo che anche Spotify non si interrompa. Ieri mi ha fatto dannare. Se non si comporta bene, dovrò pensare ad opportune contromisure. Toglierlo e rimetterlo, reinstallarlo o cose di questo genere. Ma rilassiamoci adesso e lasciamo che sia a parlare la musica. C’è questo brano dedicato ad una certa Ladi J, infatti le viene spedita una lettera. Mittente, Dispatch – Letter to Ladi J

Si conosceva Ladi D, ed in effetti parlare di Ladi J a come effetto quello di ricordare la nostra sfortunata principessa. Sono uno dei tanti che la ricorda, anche se sono ormai passati diversi anni. Ma ecco che c’è un altro brano che sto ascoltando in questo momento, mi colpisce, è der The Lumineers – Scotland

E’ incredibile come facciano a venire certe coincidenze. Si direbbe quasi, parli del diavolo e spuntano le corna, anche se in effetti, la Scozia non è che c’entri molto. Lei sarà stata al massimo principessa del Galles, anche se io non è che mi intenda molto di titoli nobiliari. La famiglia reale britannica, poi, è l’ultimo dei miei pensieri. Non mi sono simpatici per niente, anche se io non sono nessuno per poterlo dire. Ci sono poi questi giovani, i figli della povera Ladi D, che forse in qualche modo hanno sollevato le sorti della dinastia. Ma adesso, facciamo parlare la musica. Credo che anche Beta Radio si faccia delle domande e sia impegnato in alcune considerazioni. Il suo brano, mi sembra molto riflessivo ed intimista, si intitola On Your Horizon – Beta Radio

Ma davvero bello, guarda, una piacevole sorpresa. Me lo sono proprio gustato, il brano di prima, intendo dire. Posso andare avanti, ancora più convinto, con questo blog abbinato al programma musicale. E faccio bene, lasciatemelo dire. La televisione non l’ho accesa, ma sono quasi sicuro che non ci sarà nulla. C’è qualcosa invece che sto ascoltando, già un paio di brani, ma vorrei sceglierne uno giusto da condividere, quindi aspetto. Ecco, questa musica, per esempio Rivers – The Tallest Man On Earth

Di sicuro ultimamente non l’ho proposta, quindi lo faccio adesso, anche perché merita, non solo la condivisione, ma anche il titolo della playlist di oggi. Un brano davvero bello e pregevole, mi ritengo fortunato di poterlo ascoltare, mi riappacifica con il mondo. Un mondo dove purtroppo spesso ci si sente in guerra o fuori posto. Ma facciamo un passo indietro…..Oggi ho sentito alla radio un brano della mia giovinezza, o forse della mia adolescenza. Albebaran. Accidenti che titolo strano, ma io me lo ricordo bene, e se non mi sbaglio, era dei New Trolls – Aldebaran

Il titolo è strano perché Aldebaran è il nome di una stella. Mi immaginavo qualcosa di astronomico o astrofisico. Wikipedia me lo conferma. Torniamo allora su questa terra, magari perché no, con qualcosa che arriva dal cielo, giusto per ricollegarci a quello che si diceva prima, finendo in bellezza. C’è infatti questa The Rains – Henry Jamison

Thousand

E inizia una nuova settimana, per fortuna con un po’ di sole. L’ansia, la preoccupazione, il nervoso, quelli ci sono sempre. Ho già assunto medicine e integratori, anche per un mal di testa, sopraggiunto nella prima mattinata. Vediamo se un po’ di musica mi può aiutare, per esempio questa Secret – Angel Snow

Violenza, prevaricazioni e prepotenze di tutti i tipi, vari disastri naturali e anche strade che crollano. Le notizie che si leggono non aiutano di certo. L’unica è tirare il fiato e fare un bel sorriso, con un po’ di costanza e pazienza, ce la faremo. E’ solo il primo giorno della settimana, ci sono ancora tutte le feste di Natale davanti, ci sarà ancora molta acqua che dovrà passare sotto i ponti.

Nel frattempo arrivano le ordinazioni per il pranzo, è infatti passato da poco tempo il mezzogiorno. Forse è meglio andare a lavorare, perché a casa si fatica di più. C’è da dare retta a tutti. Non lamentiamoci, finchè i problemi o le cose sono queste. Manco a farlo apposta c’è un brano che si intitola proprio Hard Times. E’ cantato da una certa Gillian Welch. Poi lo cercherò anche su youtube, nel frattempo ve lo propongo. Gillian Welch – Hard Times

Riprendo in serata a scrivere per il mio blog e, cosa vi devo dire? Il mal di testa ce l’ho sempre, ho però lavorato, anche, come peraltro fanno tutti. Sto riascoltando il brano di prima perché quasi non me lo ricordavo più. Forse non mi ricordo neanche di preciso cosa ho fatto oggi, forse perché è stata una giornata normalissima. L’unica cosa buona credo sia stata che sono riuscito a non mettere piede in un supermercato. Ho comprato in un piccolo magazzino delle bottiglie d’acqua però. Sono anche passato dalla banca e ho fatto dei documenti. Niente di importante, direi. Sono le solite cose. Ma torniamo alla musica, qualcosa di più interessante e stimolante rispetto al brano precedente. Ecco per esempio thousand (feat. lisa hannigan) acoustic rosie carney

Here’s to the Ones è un altro brano che ci fa volare in un’atmosfera magica e ovattata. Stiamo viaggiando, e questo è quello che mi piace di più. Ci guida Courtney Hartman – Here’s to the Ones

Mah si dai, ci si può rilassare. E’ quasi ora di andare a letto e la musica finalmente è buona, anche per merito di una certa Molly Sarlè. Mi sta proprio facendo compagnia con il suo brano, intitolato semplicemente Human – Molly Sarlè

New paint

Pensavo che San Luis si scrivesse San Louis. Gregory Alan Isakov non l’ha pensata così, e ha scritto San Luis, poi ci ha fatto un bel pezzo, è il primo che vi propongo. Gregory Alan Isakov – San Luis

Credo che questo vecchio soul meriti di essere condiviso. Io lo sto ascoltando, anche se naturalmente sto facendo altre cose, solo che, magicamente, ha attirato la mia attenzione. La voce è quella di Hudson Taylor – Old Soul

Infatti sono alle prese con varie incombenze, familiari e professionali, e non ho per niente voglia di uscire. Complice anche un tempo da lupi. Meglio proporre la musica di qualche autore, meglio se non molto conosciuto. Aspettiamo che il convento passi qualcosa di apprezzabile, allora. Ci pensano i Of Monsters and Men a proporre il brano giusto, questo Dirty Paws – Of Monsters and Men

Chi si ricorda il primo giorno della propria vita? Nessuno, ma sarebbe bello se fosse possibile. Ci sono altri che hanno provveduto, alle nostre necessità, e non solo il primo giorno. La pensa in modo un po’ diverso Bright Eyes – First Day of My life

Se potessi eliminare I gridolini da questo pezzo, lo farei. Sono disturbanti, ma Imagining My Man di Aldous Harding è così. Chissà se anche voi la pensate alla stessa maniera. Imagining My Man – Aldous Hardin

Ho ascoltato una marea di volte questa Elijah. Mi ha sempre colpito, ma credo di non averla mai proposta. Arriva allora anche il turno dei Matthew and the Atlas – Elijah

I brani interessanti o apprezzabili si susseguono a ripetizione. Oggi non sono particolarmente prolifico a presentarli. Mi limito quasi solo a dire autore e titolo, ma va bene così. A volte le parole non si sprecano tanto, e adesso è venuto il turno di Aisha Badru – Mind On Fire

Excuse me, dice. Io penso però che non ci sia proprio niente da scusarsi. Questo pezzo è talmente bello, che la playlist di oggi la chiamerò con il titolo di questo brano, di Jack Johnson – New Paint

Pegasì. La i finale ha l’accento. Ma chissà che cosa vorrà dire questa parola, misteriosa. Indagherò, adesso no ho molto tempo. Posso soltanto dirvi che la voce è quella magica di Jesca Hoop – Pegasì

Non uno dei soliti nomi, infatti mi sembra di sentire questa ragazza per la prima volta. Ha un nome misterioso, si chiama Anna of the North. Misterioso ed ermetico anche il titolo che ci propone, Us. Non le iniziali di United States, penso che voglia parlare di lei e di qualcun altro, noi. Anna of the North – Us